Nomi cristiani per l’ Unione Europea.
I nomi cristiani per l’Unione Europea sono da eliminare? E’ dibattito sul documento Union of Equality. Il tentativo di penetrare nel tessuto linguistico dei cittadini dell’ Unione Europea non è ben riuscito. La commissaria Ue all’Uguaglianza Helena Dalli è stata costretta ad annaspare tra un mare di polemiche per sollevare la commissione europea dall’imbarazzo internazionale.
L’agenzia Ansa cita: “ L’ iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione”.
La natura inclusiva della commissione europea si manifesta nelle linee guida in questo modo: “ogni persona in Ue ha diritto di essere trattato in maniera eguale” pertanto l’esecutivo dell’Ue mette al bando ogni riferimento di genere,etnia,razza, religione, orientamento sessuale.
La commissione europea mette l’accento soprattutto sulle feste e sul glossario natalizio. L’Ue tuonando contro il Natale, nel periodo dell’anno più rappresentativo per il popolo cristiano, è come se volesse rinnegare le radici cristiane del continente europeo e dei popoli europei.
Un tentativo mal riuscito visto le accese polemiche arrivate soprattutto dall’Italia, anche tramite una interrogazione alla commissione europea, a proposito del documento” Union of Equality” sull’ inclusione.
Il documento riguarda anche le feste di Natale ed è subito polemica. Il sipario si apre sulla scenografia natalizia, quando già si respira aria di Natale nelle città , negli angoli delle case e nei focolari più lontani, che si adoperano ad accogliere il Bambino Gesù.
La commissione europea , facendo appello all’ inclusività, manda ai popoli della comunità europea “le norme” linguistiche su come utilizzare il vocabolario riferito al periodo di Natale.
Secondo la commissione Ue non si deve fare riferimento al termine “Natale”, piuttosto bisogna parlare in maniera generica di “festività”.
Viene da chiedersi perché mai un cittadino europeo non dovrebbe dire Buon Natale, Merry Christmas ecc.. Perché mai privarlo degli Auguri di Natale ?
La portavoce della commissione europea Helena Dalli cerca di rattoppare la grossa falla in barca, “lo scopo era quello di una comunicazione inclusiva” aggiunge Christian Wigand, un altro portavoce dell’esecutivo europeo (Ansa – Ue ritira le linee sulla comunicazione dopo le polemiche).
Questo tipo di comunicazione se da un lato ha il proposito di essere “inclusivo” dall’altro lato pare abbia l’effetto di essere discriminante. E il modo di trattare i nomi cristiani per l’unione europea scatena lo scontro.
E’ diverbio sui nomi propri come: Maria, Giovanni, Natale e via dicendo.. Per la commissione europea i nomi di battesimo Maria e Giovanni vanno aboliti perché non sono inclusivi essendo nomi cristiani quindi andrebbero sostituiti con Malika e Giulio. Ma è forse la stessa cosa?
Per i vertici Ue l’inclusione deve essere anche religiosa pertanto i nomi cristiani è meglio eliminarli. Ma in questa politica di ”inclusione” più che inclusione sembra esserci discriminazione.
I nomi cristiani per l’unione europea coinvolgono i cittadini di numerosi stati e danno spunto alla riflessione. Ha chiesto l’ Ue ai cittadini con nome Maria, Mary, Marie, Giovanni, Jean, Johnny, Natalino, Giuseppe Giovanna, Giovannella, Mariella, Marietta , Mariuccia, Maria Concetta e via dicendo cosa ne pensano di queste aberrazioni linguistiche?
Secondo Helena Dalli l’ Ue traccia una sorta di decalogo linguistico nel rispetto di ogni diversità. Di qualsiasi diversità.” E nel frattempo la portavoce della commissione europea cerca di spegnere le fiamme sollevate dall’esecutivo e alimentate dalle polemiche generali.
Intanto le linee guida della commissione europea si possono sintetizzare così:
E’ meglio eliminare i riferimenti di genere come il classico “signori e signore”. Bisogna salutare una platea non con il tradizionale “ladies and gentlemen” ma con “dear colleagues”.
No comment! Queste due espressioni non esprimono lo stesso concetto.
Per continuare, via i riferimenti a “signora e “signorina” meglio usare un appellativo generico e neutro come “Ms” quindi devono sparire Mrs o Miss (cioè signora e signorina in inglese ).
Viene da chiedersi ma la Commissione Europea sostenendo nelle sue linee guida che “ non bisogna essere discriminati e discriminanti “ ha forse un pò azzardato?
Per evitare la discriminazione di genere ne crea un’altra discriminando per l’appunto chi si sente a proprio agio nei generi sessuali maschile e femminile.
A questo punto viene da chiedersi ma con le donne che vogliono essere chiamate secondo il loro status “signore” o “ signorine” come la mettiamo?
In che modo l’Ue intende manifestare il senso inclusivo per il genere femminile che si identifica nel Mrs o Miss (signora o signorina ) e non nel generico Ms. E poi se è vero che la lingua inglese è dotata dell’appellativo generico Ms nella lingua italiana come lo si vorrebbe tradurre?
E poi ci sono le sfumature linguistiche di cui l’Ue non tiene conto. Una signorina perché mai dovrebbe essere chiamata signora? Oppure si dà il caso che una signora abbia piacere ad essere chiamata ” signorina”.
Ai tempi di mia nonna alcune “signorine” si offendevano ad essere chiamate “signore” per qualcuna era quasi un affronto.
Direi quindi che in Italia ci servono entrambi i termini.
Se una lingua ha diversi vocaboli per esprimere le sue sfumature linguistiche essa ha sicuramente un valore aggiunto. Dunque non si comprende come mai la Ue dovrebbe impoverire le lingue e privarle delle loro “nuances”.
Viene da chiedersi chi abbia potuto partorire, all’interno dell’Ue, tali aberrazioni linguistiche.
La commissione europea, esecutivo dell’Ue, si arroga il diritto di pontificare sulle lingue europee. Viene da chiedersi con quale autorità un piccolo gruppo di persone “nominate” e non elette democraticamente possano imporre ai cittadini europei un nuovo modo di parlare.
Per continuare, la commissione europea in onore all’ inclusività sostiene che non bisogna utilizzare il genere maschile e femminile. Per questo motivo bisogna andarci piano con l’uso di egli, ella, lei, lui (she, he in inglese) meglio utilizzare” loro” (they in inglese). Ma in questo caso come faremo ad esprimere il singolare maschile e il singolare femminile se le linee guida della commissione europea spingono per un generico “loro” (o singular they).
Ma cosa volete che ne sappia la gente comune del “singular they” e della sua applicazione nella lingua di tutti i giorni?
Per la commissione europea bisogna quindi sovvertire le grammatiche di non poche lingue.
Signori questo è un caos!
Una confusione di generi assolutamente improponibile. Forse i partorienti della nuova lingua erano in stato confusionale?
Ma la commissione europea vorrebbe forse appiattire le lingue ad un’ unica lingua amorfa? Forse.
D’altronde cavalcare la cultura unica e il pensiero unico per l’Ue è sempre stata una tentazione irrefrenabile.
L’esecutivo Ue cosa ne sa delle sfumature linguistiche di ciascuna lingua europea? Cosa ne sa del senso di certe parole che in alcune lingue non hanno vocaboli corrispondenti.
Per continuare, ecco l’attacco anche a padre e madre. Per la commissione europea i vocaboli padre, madre, moglie marito, non rispecchiano il linguaggio inclusivo dell’Ue.
Ma un bimbo in culla cosa dovrebbe balbettare al padre o alla madre? Forse “ genitore 1 e genitore 2” ?
E chi dovrebbe essere il genitore 1, il padre o la madre?
Le contorsioni linguistiche della commissione europea ci lasciano senza parole, soprattutto se pensiamo al contesto in cui sono state generate. Sembra che l’Ue abbia calcato un po’ troppo la mano su un tema che è decisamente fuori contesto rispetto alle necessità primordiali dei popoli europei, occupati a lottare per difendere le loro libertà.
E’ come se l’ esecutivo dell’Ue avesse voluto dare una preoccupazione in più ai cittadini europei , che oggi vivono in un contesto storico-sociale già minato da tante contraddizioni.
Un decalogo per imporre un nuovo modo di parlare, o meglio un decalogo di imposizioni che tanto sanno di discriminazione.
Sono una Traduttrice Certificata presso il Tribunale, per le traduzioni dei tuoi documenti in inglese e francese contattami alla seguente mail: cettytripoli@virgilio.it